Una donna di nome Giò: l'incontro in memoria di Giò Stajano

Mercoledì 21 agosto, alle ore 20:30, la Biblioteca Comunale di Gallipoli ospita l’appuntamento promosso dal Comune di Gallipoli: “Una donna di nome Giò. Tra ricordi, video, poesia e musica,...

Una donna di nome Giò: l'incontro in memoria di Giò Stajano

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Nel corso dell’ evento, creato e organizzato in collaborazione con la nipote Francesca Stajano Sasson da sempre legata alla zia, si può assistere alla proiezione di "Il Fico del Regime", di Giovanni Minerba e Ottavio Mario Mai, dove Giò Stajano si racconta con intelligenza ed ironia, come lei stessa diceva "da prendere come esempio in mancanza di esempi peggiori".

Un evento in cui emerge il lato poetico di Gió, attraverso le poesie tratte dalla sua raccolta “La terra dei nonni “ e riedite da Manni Editore. Tanti a rendere omaggio a Giò Stajano: dalle due poetesse contemporanee Nadia Marra e Nadia Puglielli, alle parole del poeta salentino prematuramente scomparso Cosimo Russo, presente con il suo universale messaggio poetico attraverso le parole della madre Luigina Paradiso.

Tra gli ospiti, anche il giornalista Francesco Greco e l'avvocato Antonio Pasca, oltre al regista Presidente e fondatore del GLBT Film Festival di Torino Giovanni Minerba.

Le letture sono affidate a Francesca Stajano Sasson, Nadia Marra e Giulia Manco

Note su Giò Stajano: Nata Gioacchino Stajano Starace, conte Briganti di Panico, era la nipote del gerarca fascista Achille Starace. Ha raccontato che, bambina, il nonno la diede in braccio a Benito Mussolini e in quell’occasione fece pipì addosso al duce.

A 12 anni, alla caduta del fascismo, i genitori si separarono; Gioacchino frequenta il collegio dei Gesuiti di Mondragone. Terminato il liceo, si trasferisce a Firenze, dove frequenta l’Accademia d’arte.

Successivamente si trasferisce a Roma e segue alcuni corsi della Facoltà di Architettura. Nel 1956, durante l’edizione annuale della Fiera d’Arte di via Margutta a Roma, Stajano espone i suoi quadri, ottenendo un discreto successo di pubblico. In seguito conosce De Chirico, Guttuso, Moravia, diventa amica di Novella Parigini e inizia a frequentare gli ambienti che poi Fellini racconterà ne La dolce vita.

Nel 1959 pubblica Roma capovolta, un testo autobiografico, che racconta le sue folli scorribande nell’alta società romana e contemporaneamente descrive la realtà omosessuale nell’Italia dell’epoca

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